Intervistiamo Pablo Dapena, Campione del Mondo Long Distance
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Pablo parteciperà questo fine settimana al Prague Challenge, dove parteciperà con Javier Gómez Noya.
Alcuni giorni dopo essere diventati campioni del mondo ITU Long Distance, abbiamo parlato Paolo Dapena che ci ha raccontato com'è stata la competizione in Fionia, come guarda alla prossima gara di sabato al Challenge Prague e quali sono i suoi obiettivi fino alla fine della stagione.
Ciao Pablo, prima di tutto vogliamo congratularci con te per il recente titolo di campione del mondo Long Distance in cui hai fatto una gara e vinto alla grande la medaglia d'oro. Com'è stata la gara di Fyn? Potremmo riassumere lì la tua performance?
La gara è andata come previsto. Non è stata una nuotata eccessivamente veloce ma quanto basta per creare un varco e costringere molti a tornare indietro e a salire sulla bici per raggiungere la testa. Sapevo che Marko Albert è un grande nuotatore e ho deciso di restare a piedi per tutta la prova cercando di risparmiare il più possibile.
Paolo Dapena: “I miei figli”, che alleno, sono per me una grande motivazione, vederli come si allenano, come si organizzano per allenarsi, avere un lavoro, prendersi cura della famiglia, sono loro i veri eroi di questo sport e non noi .
Quando ti sei visto vincitore?
Al km.28 del percorso. Le differenze che mi hanno dato erano piuttosto piccole rispetto a quello che realmente era, cioè mi stavano mentendo (maledizione). Mi hanno detto che la differenza era tra 40 secondi e 1 minuto, quando sono arrivato al traguardo con quasi 3 minuti.
Nel video del traguardo puoi vedere come mi guardo indietro più volte perché neanche io avevo tutto con me.
Complimenti @pablitopiny@ITUmultisport #Anno2018 Campione del mondo sulla lunga distanza!
//#sporteventDK#HighFiveFyn✋
? https://t.co/ADtQF8SSYu pic.twitter.com/7Rbq8ixGVC— TriathlonLIVE (@triathlonlive) 14 luglio 2018
Hai raggiunto il traguardo con abbastanza tempo per goderti la vittoria. Cosa pensavi negli ultimi metri prima del traguardo quando ti sentivi già vincitore?
Come ti ho già detto, non avevo tutto con me e sono andato veloce verso la meta; Adesso ci penso e mi sarebbe piaciuto divertirmi di più, non si vince un Mondiale tutti i giorni, ma ehi, mi sono divertito comunque molto.
Ad essere sincero, non pensavo niente; Ci sono stati momenti tra il 28 e il traguardo che mi hanno solo emozionato, ma per fortuna porto gli occhiali e neanche questo si nota troppo. È stato un mix di emozione, dolore fisico ma con un lieto fine.
Dedichi questo Mondiale a qualcuno in particolare?
Questa Coppa del Mondo è dedicata alle persone di cui mi sono fidato fin dall'inizio, in particolare Javi e Carlos, Diego Paz che per me è stato fondamentale quest'anno, è stato ai piedi del canyon per i due mesi a Lanzarote e continua ad esserlo ancora oggi; al mio fisioterapista Hugo Ogando, con il quale tocco ferro e sono infortunato ormai da qualche anno e in questo aspetto c'entra molto.
E poi ai “miei ragazzi”, che dirigo e alleno, perché per me sono una grande motivazione, vederli come si allenano, come si organizzano per allenarsi, avere un lavoro, prendersi cura della famiglia, sono loro i veri eroi di questo sport e non di noi.
Quest’anno hai fatto un salto di qualità, distinguendoti anche a livello internazionale negli eventi Challenge, cosa è cambiato in te rispetto allo scorso anno?
Non credo che sia cambiato nulla di particolare, penso che sia il risultato della continuità di anni di lavoro, di credere in quello che si deve fare e che, per fortuna, è venuto fuori in questa stagione.
Continuo a mantenere la stessa struttura di allenamento e le stesse abitudini in gara.
E adesso sabato prossimo si gareggia nel Challenge di Praga: continuerà la striscia di podi e vittorie anche nel circuito Challenge?
Non so se il trend positivo continuerà, lo speriamo, ma sarà una prova dura, per il caldo che farà (la partenza è alle 12) e per il livello dei partecipanti (Javier Gómez Noya, Matt Trautman, Maurice Calvel, Peter Heemeryck, George Goodwin, Jaroslav Kovacic…)
Negli ultimi sette anni solo tra i triatleti spagnoli Mario fresco y Fernando Alaza Sono riusciti a tagliare il traguardo nella competizione prima di Javier Gómez Noya, e in Media Distancia nessuno ci è riuscito. Sarai il primo?
Sarebbe un’utopia pensare di tagliare il traguardo prima di Javi. Correre solo con Javi è più di 2'30” rispetto a me, quindi per me è una differenza abbastanza grande da pensarlo.
Spero di arrivare il più lontano possibile in gara con lui, sarebbe qualcosa di molto positivo, ma pensare di batterlo non mi passa mai per la testa... Chi potrebbe lottare con lui uno contro uno!
E dopo Praga quali sono i tuoi obiettivi per la fine della stagione?
Dopo Praga, andrò al Challenge Turku a metà agosto per continuare a cercare di segnare per il Challenge Ranking.
Il campionato spagnolo di Pontevedra è ancora un mistero se correrò o meno, devo ancora parlare con Carlos per vedere se si abbina bene, in un momento della stagione in cui il fisico comincia a farsi sentire da tanti mesi di battiti, quindi ascolterò il corpo e le sensazioni che ho per vedere se corro in casa oppure no.
E a settembre correrò il Madrid Challenge, una prova che dovrò fare per perlustrare il terreno e che, non ne dubito, mi spaventa un po'.
Poi a seconda di come il corpo recupera e di come va farò qualche altra cosa per allungare la stagione.
Foto: Juan Lius Pedrosa, Juan Luis Hourcade, Lise Cristiane Myltoft.
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